Non ci son ladri in Olanda

Due anni fa mi trovavo in vacanza in Calabria a casa di un amico. Alle due di notte arriva una telefonata: era il nostro vicino di casa che ci avverte che c’è stato un furto a casa nostra in Olanda. Nell’agitazione totale – nostra ma anche sua – riesco a capire che i nostri ladri hanno lasciato dietro i nostri computer e mi tranquillizzo in parte. Blocco le carte di credito e insieme al mio compagno decidiamo di continuare la nostra vacanza quasi come se nulla fosse accaduto. Dico quasi perché il giorno del ritorno passo l’intera durata del viaggio dall’aeroporto a casa a pensare a come erano fatti i miei orecchini preferiti, perché ne vorrei ricomprare un paio uguale dato che sicuramente li hanno presi e ci tenevo tanto.

Arrivata a casa mi accorgo che i miei ladri hanno pessimi gusti. Hanno visto e ignorato gli orecchini e la bottiglia di Barolo in bella vista sulla libreria, ma hanno preso un chilo di parmigiano stagionato 24 mesi dal frigo. I vicini di casa sono lì con noi per fornire supporto morale, ma onestamente saremmo noi a dover supportare loro, perché mentre noi scherziamo sul furto del formaggio e sulle cose che non hanno preso, loro ci fissano seri. Nel complesso, il dispiacere per i pochi oggetti sottratti è compensato dalla gioia per il danno limitato.

Il giorno dopo telefono a mia mamma e le racconto tutto. “Ma come è possibile?” mi dice “Anche lì rubano? Credevo che non ci fossero ladri lì!”, e a me viene da canticchiare “Non ci son ladri in Olanda” con la melodia di America in West Side Story. No, ci son ladri pure qui. Però noi italiani siamo così abituati all’idea di poter essere derubati da non spaventarci più di tanto. Anzi, a dire il vero mi sono quasi divertita a indagare sul motivo per il quale non hanno nemmeno toccato le chiavi di riserva della macchina. Sapevano che non c’era? Oppure non volevano rubare una macchina? Mi sono sentita Montalbano e mi sono presa la soddisfazione di mimare la scena con gesti da attrice consumata.

Finito di individuare gli oggetti mancanti andiamo alla stazione di Polizia, ma sotto casa incontriamo il nostro nuovo vicino con tanta voglia di fare due parole. Dato che il furto era stato comunicato con una e-mail a tutti i condomini pensiamo voglia chiederci informazioni al riguardo. Invece no. Prima ci chiede che lavoro facciamo e da dove veniamo. Poi, anche se parliamo olandese, decide di sfoggiare il suo inglese molto claudicante. Infine, conclude il tutto con un “Welcome to the Netherlands” che mi lascia un po’ sorpresa e divertita. Sorpresa perché ci abitavo già da tre anni, ed essendo cittadina europea non ho mai sentito il bisogno di annunci ufficiali o permessi per stabilirmi in un Paese comunitario. Divertita perché è curioso sentirsi dare il benvenuto mentre stai andando a fare una denuncia per furto.

Il nostro incontro con il poliziotto è andato secondo le aspettative: ha preso i nostri dati e risposto alle nostre domande. Vi state chiedendo se la refurtiva è stata recuperata? Certo che no, ma abbiamo messo una serratura migliore e capito che tutto il mondo è paese. Mentre il terrore serpeggiava nel nostro condominio, siamo riusciti a fare come se nulla fosse accaduto e, quando due settimane dopo il fattaccio i nostri vicini ci hanno fatto notare che c’era stato un nuovo tentativo di furto – qualcuno aveva tentato di forzare la porta principale del condominio con un piede di porco – abbiamo spiegato loro: “Non è lo stesso che è venuto da noi, quello si è arrampicato sulla grondaia. Probabilmente questo teneva la panza” dando così a tutti un piccolo assaggio di ironia italiana e soprattutto la conferma che siamo persone strambe.

Avete sempre pensato che i ladri siano una specie autoctona italiana? All’inizio anche io, e infatti posso dirvi che all’estero ho fatto cose che mai avrei fatto in Italia. In Inghilterra mi è capitato di lasciare lo zaino con il mio laptop sul sedile del treno mentre andavo a sistemare la valigia in fondo al vagone, in Italia non avrei nemmeno accettato di andarmi a sedere lontano dalla mia valigia. In Olanda ho spesso lasciato la bici incustodita senza averla legata, anche se molti mi hanno sconsigliato di farlo perché non esiste quasi nessuno qui a cui non sia mai stata rubata nemmeno una bici. Il punto è che non ho mai fatto queste cose in Italia solo perché sono cresciuta con la convinzione che gli italiani siano geneticamente predisposti alla disonestà, ma probabilmente non sarebbe successo nulla comunque.

Vorrei invitarvi a una riflessione: dove posizionereste l’Italia su un grafico che raffigura i dati sui furti in appartamento in tutta Europa? Credo la mettereste ai primi posti mentre, secondo voi, agli ultimi posti si trovano i Paesi nord-europei. E se vi dicessi che invece secondo i dati Eurostat Italia e Olanda sono davvero molto vicine? E se vi dicessi che la vostra convinzione secondo la quale non ci sono ladri – e problemi in generale – all’estero è falsa? Spesso le nostre percezioni del pericolo sono basate sulla nostra incredibile mancanza di fiducia nel nostro Paese e nella certezza che all’estero non esistano ladri e problemi. Così anche quando non ci sono pericoli evidenti, ci comportiamo come ci fossero, e magari passiamo la vita a sognare il perfetto estero. Che non esiste.