L’Italia immaginaria degli stranieri

Ho sentito per la prima volta definire l’Italia come “il Paese dove fioriscono i limoni” al corso di letteratura tedesca all’università, e mi è stata subito antipatica. Il punto è che dove sono nata io gli alberi di limone non fioriscono proprio, e nemmeno danno frutto. Tipicamente li impacchettiamo in inverno per trasformarli in sculture di Christo, e quando li spacchettiamo in primavera li scopriamo spesso defunti. A volte li teniamo sul balcone e li veneriamo come delle divinità se ci donano anche solo un paio di miseri limoni rinsecchiti all’anno. Eppure, vi assicuro che sono nata in Italia.

Ciò che non tollero di questa frase è il suo rappresentare un Paese da cartolina: bello ma incredibilmente piatto e stereotipato, privo della ricchezza del nostro patrimonio artistico e culturale. È un’immagine superficiale e adatta solo a chi non ha tempo né voglia di liberarsi dei luoghi comuni per scoprire la vera Italia.

Ma torniamo per un attimo alla mia lezione di letteratura tedesca. Dopo averci letto il brano il mio professore disse: “Vedete, questo è l’immaginario che i tedeschi ancora hanno dell’Italia. E poi vanno in vacanza a Rimini!” dove, si sa, non ci sono limoni. Il mio prof aveva assolutamente ragione: per gli stranieri l’Italia è solo una cartolina. Da quando vivo all’estero cerco costantemente di smontare questa Italia fittizia per restituire agli stranieri tutte le sfaccettature della nostra cultura. Il risultato? Ogni informazione che fornisco loro viene puntualmente elaborata e utilizzata per confermare la veridicità dei loro luoghi comuni. Talvolta semplicemente non mi credono: in quanto italiana sono geneticamente predisposta alla menzogna. In poche parole: offro loro la vera Italia, e mi vengono restituiti sempre e solo stereotipi.

Ho quindi deciso di aprire questo blog per portarvi questa Italia immaginaria, per farvi notare le profonde differenze culturali che ci dividono dai nostri vicini di casa inglesi e olandesi e per promuovere la conoscenza reciproca, che è l’unico modo per combattere gli stereotipi. E poi vorrei migliorare l’autostima degli italiani e sfatare il mito dell’“estero”, quel luogo mitologico dove nessuno commette errori, le scuole sono sempre eccellenti, le strade linde e tirate a cera, i politici competenti e i ladri in via di estinzione. Solo prendendo coscienza delle nostre qualità riusciremo finalmente a sfruttare il nostro incredibile potenziale.

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